Innocenza Bruziches
Innocenza Bruziches
Innocenza Bruziches, nasce a Caprarola nel 1966. Fin da piccolissima è particolarmente attratta dai colori e dalla loro capacità di intervenire nella realtà e trasformarla. Pastelli e matite colorate sono state, fin da subito, i suoi compagni di giochi più cari. Successivamente, tele e colori a tempera hanno fatto ingresso nella sua vita e accompagnato la sua crescita. Tale formazione è continuata nel tempo grazie alla presenza di due maestri aretini come Franco Fedeli e Enzo Olivastri, figure queste molto importanti per la sua formazione sia umana che artistica. Nel tempo l’utilizzo di varie tecniche è cambiato: dalla tempera si è passati alla tecnica mista, poi alla tecnica dell’acquerello, quest’ultima utilizzata per dieci anni, per poi passare all’uso dei colori ad olio. Contemporaneamente, lo studio della pittura è stato affiancato da una formazione umanistica, laureandosi in Lettere Moderne prima, e in Filosofia, Storia e Comunicazione poi. Innocenza, oggi vive in Valdichiana e dipinge nel suo laboratorio.
Bellezza: un sogno segreto sospeso tra il visibile e l’invisibile.
Quando le persone mi chiedono quale sia il mio lavoro, io solitamente rispondo che le mie azioni, più che essere inerenti ad un lavoro vero e proprio, siano queste traducibili in un’espressione. Proprio così un’espressione, in quanto penso che la pittura sia un’emanazione di sensazioni, percezioni ed emozioni, all’interno di un grande gioco cognitivo ed emotivo insieme. Certo è, che parlare di tale modalità espressiva non è assolutamente facile, o per lo meno io incontro questa difficoltà. Tuttavia, in queste poche righe, cercherò di spiegare ciò che per me significa dipingere.
Per me dipingere significa esprimere ed imprimere all’interno di uno spazio bianco, solo apparentemente vuoto, ciò che sento attraverso ciò che vedo. Del resto il rapporto con il Mistero, nel quale siamo immersi e ci muoviamo quotidianamente, passa attraverso il visibile: attraverso un esile segno che, pur restando tale, può avere già di per sé una sua forza e una sua valenza, come può irrobustirsi e divenire un’immagine poderosa.
Ormai da diversi anni sento crescere in me un amore potente per la natura e per tutte quelle creature in essa contenute. In lei troviamo la prima fonte di bellezza, è lei che suscita stupore e meraviglia, è lei che ingloba in sé il bello e il sublime. Il suo sentimento di bellezza è semplice, vero, profondo e unificante insieme e proprio tale sentimento rende possibile l’esperienza estetica. Esso si manifesta quando i nostri sensi sono implicati nella percezione del vero e tale esperienza così immersiva passa attraverso un’altra percezione, a mio avviso quella fondante, del bello.
Nel mio lavoro, gli elementi naturali, attraverso un gioco immaginario, si trasformano in metafore esistenziali, individuali e collettive, e le creature rappresentate interagiscono tra di esse in una divisione solo apparente, in quanto il loro contatto è continuo: tutto è Uno, Unità di Bellezza che è cifra del Mistero e richiamo al trascendente.
<< Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! >>Queste sono le parole di un grande filosofo e teologo quale Agostino, ma parafrasando tale citazione direi: “ Sempre ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, sempre ti ho amato!
Innocenza Bruziches